NEGLIGENZA, IMPRUDENZA ED IMPERIZIA

DIGNITA’ AL MALATO

Errore medico, malasanità, colpa medica, responsabilità del medico e/o della struttura sanitaria: un mare magnum di denominazioni per indicare un comportamento inadeguato da parte di un operatore sanitario e/o l’inefficienza dei servizi sanitari offerti al paziente, che hanno determinato un nesso causale tra la lesione alla salute psicofisica del paziente ed il comportamento stesso dell’operatore, in concomitanza o meno con le carenze ed inefficienze di una struttura sanitaria. L’individuazione e dimostrazione del nesso causale porterà il medico a rispondere delle condotte di cui è responsabile.
Il comportamento lesivo del medico a cui si fa riferimento può avere, tuttavia, diverse connotazioni ed implicazioni, pertanto è necessario ed utile fare un po’ di chiarezza.
Se si escludono i casi di dolo, ovvero quando c’è una volontà nel commettere un atto illegale e/o lesivo, si può tranquillamente affermare che la stragrande maggioranza dei casi di malasanità rientra nella categoria della colpa, ovvero quando l’azione lesiva è commessa senza intenzione volontaria.
La colpa, a sua volta, può essere definita come colpa specifica e colpa generica. La colpa specifica è la conseguenza dell’inosservanza di regolamenti, discipline, leggi e norme in generale. In ambito sanitario, è meglio definita come la violazione di norme che il medico non poteva ignorare e che era tenuto ad osservare, norme disciplinanti determinate attività e/o il corretto svolgimento delle procedure sanitarie.

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Di contro, la colpa generica è di più immediata comprensione perché basata sui casi di negligenza, imprudenza ed imperizia.
Di cosa stiamo parlando?
La principale differenza tra negligenza, imprudenza ed imperizia sta nel tipo di regole che non vengono osservate. Queste tre forme di condotta, se danneggiano un soggetto terzo, possono avere ripercussioni legali per chi ha procurato il danno.
Andiamo a fondo.
La negligenza è la colpa del medico che per superficialità, disattenzione, dimenticanza, trascuratezza, svogliatezza o per mancanza di impegno, non compie un’azione che si sarebbe dovuta compiere, ovvero che non rispetta le norme di diligenza attese e doverose per chi svolge la professione sanitaria, tra cui precisione, cura e scrupolo.
L’imprudenza rientra tra i comportamenti del medico che per eccessiva audacia o ingiustificata fretta, per avventatezza o trasgressione delle norme e regole condivise nell’arte medica, agisce in modo da mettere in pericolo il paziente. Rientra in questa categoria, anche l’atteggiamento temerario del medico, quando non rinuncia ad intervenire in quei casi, all’infuori dell’urgenza, che non è in grado di fronteggiare e gestire in maniera adeguata, per mancanza di esperienza e/o sufficiente competenza.
L’imperizia è definita, invece, come la carenza di abilità, esperienza e/o preparazione tecnico/professionale da parte del medico, il quale, violando le regole cautelari, le linee guida e le buone pratiche clinico-assistenziali, genera un danno al paziente.

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