La perforazione della VBP durante la colecistectomia: una vita segnata da un errore medico.

Il caso della sig.ra C.

Un pomeriggio, la sig.ra C., 55enne, fa accesso al pronto soccorso con sintomi di algie addominali, nausea e vomito e, dopo ecografia addome, le diagnosticano una colecistite acuta. Opportunamente ricoverata nel reparto di Chirurgia Generale, viene sottoposta ad intervento di colecistectomia laparoscopica. Purtroppo, durante l’atto operatorio si verifica una perforazione iatrogena della VBP ed il chirurgo, costretto a convertire l’intervento in laparotomia, procede ad un confezionamento di epatico-digiunoanastomosi su ansa della Roux e posizionamento di tubo di Kehr transanastomico.Dopo pochi giorni viene dimessa con diagnosi di peritonite biliare e trasferita presso altro nosocomio, maggiormente strutturato ed in grado di fornire migliori cure. Qui, la sig.ra C. viene sottoposta ad intervento di posizionamento di catetere biliare interno-esterno e dimessa dopo qualche giorno. Una volta a casa, la stessa spera di ritrovare un po’ di serenità e di ristabilire quell’equilibrio psicofisico altamente compromesso. Purtroppo, le cose non vanno in questo modo.
I periodici e puntuali controlli successivi costringono la povera paziente ad una colangiografia con sostituzione di protesi biliare, ad una bilioplastica e sostituzione di catetere biliare esterno-interno, successivo nuovo intervento di bilioplastica e posizionamento di nuovo catetere di drenaggio biliare esterno-interno, con tentativo infruttuoso di rimozione del tubo di Kehr. Purtroppo, le conseguenze della lesione della VBP non terminano qui. Entro l’anno, la sig.ra C. subisce una terza, quarta e quinta bilioplastica con relative revisioni chirurgiche, un ricovero per dislocazione spontanea intra-addominale del drenaggio biliare, fino alla rimozione le tubo di Kehr. In epoca di poco successiva, la sig.ra C. è costretta a fare accesso al pronto soccorso per addome acuto da perforazione ileale da decubito del PTBD. E’ a questo punto del suo iter clinico che si rende necessario l’intervento chirurgico di resezione digiunale e anastomosi ileo-ileale T-T. Durante l’ultima visita di controllo, alla sig.ra C. viene prospettata la possibilità di un intervento chirurgico di posizionamento di uno stent metallico percutaneo con rimozione del catetere biliare, intervento che, comprensibilmente, la paziente rifiuta.

I consulenti Dignità al Malato hanno dimostrato come una complicanza occorsa in sede di intervento chirurgico, se non adeguatamente e tempestivamente trattata, determina un danno biologico tale da cambiare irrimediabilmente la vita ad una paziente, costretta a convivere con tale menomazione vita natural durante.

 

Al termine dell’A.T.P. e con C.T.U. favorevole alla sig.ra C., le è stato liquidato un danno biologico pari a 142.000,00 euro.

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